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Zoom - Aggiornamento per la sicurezza obbligatorio dal 30 maggio


Zoom si aggiorna alla versione 5.0 che porta con sé molte novità legate alla sicurezza. 


Ecco come scaricare l'ultima versione e installarla sul PC Dal 30 maggio 2020 chi vorrà continuare ad utilizzare l’app di videochiamate e videoconferenze Zoom dovrà aggiornarla alla versione 5.0. 

Zoom Video Communications, la società che sviluppa l’app, risponde così alle tantissime critiche ricevute nelle ultime settimane a causa delle grosse falle alla sicurezza riscontrate dagli utenti. L’aggiornamento alla versione 5.0, infatti, è obbligatorio per implementare la crittografia AES a 256 bit su tutti i meeting. La crittografia è solo una delle novità incentrate sulla sicurezza che ha introdotto Zoom ultimamente, ma l’obbligatorietà dell’aggiornamento è un’ulteriore notizia che non era stata comunicata precedentemente in modo chiaro ed esplicito. Tutte le altre, invece, sono note già da aprile e sono state implementate gradualmente nell’app, lato server. La crittografia, invece, richiede una nuova app e da qui nasce l’esigenza di passare alla versione 5.0. Oltre alla crittografia, in Zoom 5.0 arriva anche il Control Data Routing: l’amministratore del meeting può decidere da quali server far passare i dati delle comunicazioni. 



Tutte le impostazioni relative alla sicurezza, poi, vengono racchiuse in una sola schermata, alla quale si accede da una ben visibile icona. Introdotta anche l’obbligatorietà di una password robusta per accedere a quasi tutti i tipi di meeting (ad esempio quelli registrati in cloud). Per contrastare il fenomeno dello zoombombing, cioè il bombardamento proveniente da utenti che si intrufolano nei meeting e iniziano a gridare parolacce, bestemmie o a mostrare contenuti illeciti o pornografici, su Zoom 5.0 arriva la Waiting Room: gli amministratori del meeting ricevono una notifica audio quando un utente è in attesa di entrare e possono decidere se permetterglielo oppure no. Gli admin, infine, hanno ora la possibilità di segnalare un utente molesto: la segnalazione viene poi controllata da un team interno di Zoom, che potrebbe anche bannare l’account del molestatore.

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