Oggi parliamo di NFT , un fenomeno che negli ultimi tempi è fortemente cresciuto e non è del tutto nuovo , in quanto risale al 2017. Il cripto-mondo è stato travolto da una nuova frenesia , che questa volta riguarda l’arte e più in generale tutti gli oggetti digitali collezionabili. Cerchiamo di fare chiarezza sull'argomento , vediamo cosa sono gli NFT e come funzionano.
Gli NFT acronimo delle parole inglesi “Non-Fungible Token”, e in parole povere sono dei certificati di autenticità digitale. All’apparenza gli NFT sono contenuti digitali intangibili, infinitamente replicabili e uguali a tanti altri , ma diventano in un certo senso unici grazie a una certificazione che avviene tramite blockchain, la tecnologia diventata famosa grazie alle criptovalute ma che è usata pure in altri contesti, ed è presentata spesso con toni un po’ profetici: anche troppo, secondo alcuni scettici.
Nel caso degli NFT, la blockchain serve a certificare e commerciare opere d’arte e video di azioni di basket, ma le applicazioni sperimentate vanno dalla moda ai videogiochi. Ovunque ci sia qualcuno interessato alla proprietà digitale di qualcosa, per passione o per profitto.
Come argomento per tanti può sembrare davvero assurdo e contorto , qualcuno considera gli NFT il giusto e tanto atteso modo per dare valore e unicità a contenuti digitali che altrimenti faticherebbero a trovarne; qualcun altro pensa invece che non siano molto più di una pericolosa bolla speculativa.
Come detto precedentemente , questa tecnologia risale al 2017, ma la popolarità è cresciuta di recente grazie a due personaggi in vista nel mondo dell’hi-tech: il patron di Tesla Elon Musk e l’amministratore delegato di Twitter Jack Dorsey. Il primo, pochi giorni ha messo in vendita su Twitter una canzone techno ispirata all’Nft.
Dorsey, invece, ha messo all’asta il suo primo tweet, un cimelio tecnologico che risale al 21 marzo 2006 e che dette il via all’avventura Twitter. Lo vende in forma di Non Fungible Token in modo da certificarlo e renderlo un oggetto da collezione che non possa essere duplicato. Al momento è quotato la cifra da capogiro di 2,5 milioni di dollari.
Quello che si acquista con l’Nft non è l’opera in sé ma un certificato, un token, che consente di affermare i diritti sull’opera. Il fenomeno sta prendendo così piede che a inizio marzo la casa d’aste Christie’s ha venduto per 69,3 milioni di dollari un’opera che esiste solo in formato digitale; l’asta è stata la prima in cui i diritti di proprietà sono stati rappresentati proprio mediante Nft.
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