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Ecco come funzionerà l'applicazione per tracciare i contagiati di Covid-19 in Italia


Ritorniamo a parlare di app per tracciare i contagiati di covid 19 - Il Governo italiano è al lavoro su un'app per monitorare i contagiati da Covid-19 per Ridurre il contagio e salvaguardare la privacy degli utenti. 



Questi i due capisaldi che stanno guidando il Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione che è alla ricerca di un sistema di contact tracing per ridurre il contagio da Covid-19. Il Ministero ha lanciato una call per raccogliere progetti, sistemi e applicazioni che possano aiutare i cittadini e lo Stato: in totale sono arrivate 319 proposte che sono state valutate da una task force composta da 74 esperti. Ora la palla passa al Ministero e al Governo per decidere quale sarà il sistema scelto e ritenuto il più efficace per arginare la diffusione dell’epidemia. Le prime informazioni sull’app sono state rivelate dalla Ministra all’innovazione e alla digitalizzazione Paola Pisano in audizione alla Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera. I dubbi maggiori riguardano il funzionamento e la protezione dei dati personali degli utenti. Su questo la Ministra è stata categorica: nessun dato potrà far risalire all’identità della persona, tutto verrà gestito in forma anonima, anche i contatti con i medici specializzati nel caso in cui bisogna essere controllati. Il sistema che dovrebbe essere utilizzato dall’Italia è molto simile a quello usato a Singapore per arginare l’epidemia. Nelle ultime settimane si era parlato di diversi progetti da cui prendere spunto, tra cui quello della Corea del Sud, ritenuto, però, in contrasto con le regole europee e italiane sulla privacy. Infatti, oltre al GPS dello smartphone, vengono utilizzati anche i dati delle telecamere di videosorveglianza e i movimenti della carta di credito per tracciare i movimenti degli utenti.



Come funziona l’app per tracciare i contagiati da Covid-19 Smartphone, Bluetooth e Wi-Fi. Questi dovrebbero essere gli strumenti utilizzati dal Governo per tracciare i contagiati da Covid-19. Il funzionamento dell’app prevede la registrazione di segnali di vicinanza in forma anonima tramite il Bluetooth o il Wi-Fi. Se una persona con cui abbiamo avuto contatti risulta positiva, si viene contattati direttamente sull’app e vengono prescritte delle regole e norme da seguire. L’installazione dell’applicazione sarà in forma volontaria e non ci sarà nessun obbligo, anche se il Garante della Privacy ha sottolineato che affinché sia efficace almeno il 60% della popolazione la deve usare. L’applicazione sarà utilizzata solo per scopi sanitari e il codice sarà open-source in modo che tutti possano controllare l’efficacia e scoprire eventuali bug. Inoltre, per garantire la privacy degli utenti, al termine della pandemia i dati verranno cancellati. 


Quando arriva l’app Non c’è ancora una data certa sul rilascio dell’app o del sistema che verrà scelto dal Governo. Come specificato dalla Ministra Paola Pisano, il Governo dovrà prima ricevere la relazione finale da parte degli esperti, decidere sul sistema ritenuto migliore e poi partire con una fase di test per verificare che l’app di contact tracing funzioni senza problemi. Molto probabilmente il sistema sarà pronto per l’inizio della Fase 2, ossia quando si deciderà di riaprire pian piano le aziende e far ripartire il sistema produttivo del Paese. La Ministra ha specificato che per il momento non è stato ancora scelto il soggetto pubblico che dovrà gestire i dati degli utenti e che quindi i tempi si potrebbero allungare.



App per tracciare i contagiati da Covid-19: i paletti per la privacy Per la protezione dei dati personali degli utenti è stato interpellato direttamente il Garante della Privacy. Affinché l’applicazione non entri in conflitto con le norme italiane sulla privacy, l’app non deve consentire in nessun modo di identificare i soggetti: tutti i dati devono essere raccolti in forma anonima. A ogni persona deve essere assegnato un ID che non permette l’identificazione. Inoltre, il soggetto che deve gestire i dati dovrebbe essere pubblico, in modo da assicurare il pieno rispetto delle regole.

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